venerdì 13 luglio 2012
Le radio libere in Italia, le voci fuorilegge (prima parte)
In Italia, come abbiamo precedentemente detto, gli anni ’70 furono anni di contestazione, in cui i gruppi sociali che da sempre si erano trovati ai margini della vita pubblica (giovani, donne, operai) iniziarono a chiedere maggiore considerazione e soprattutto ascolto alle loro istanze di rinnovamento. Le radio Rai, di fatto, non toccavano temi scottanti o meritevoli comunque di essere affrontati, le ore dedicate alle trasmissioni di musica rock e più in generale di musica giovanile erano molto limitate, le realtà sociali provenienti dal mondo delle università e delle fabbriche venivano totalmente oscurate. Fu così che per molti di questi gruppi, la radio rappresentò il mezzo per esprimersi, per discutere dei temi reali che il nostro paese affrontava in quegli anni, per ascoltare musica che magari “mamma Rai” per i suoi testi “piccanti” preferiva censurare. Tutto ciò spiega il proliferare già nei primi anni settanta di moltissime radio pirata che non curanti degli obblighi di legge, trasmisero da ogni angolo del paese, con l’obbiettivo di realizzare una controinformazione rispetto a quella istituzionale o più semplicemente ascoltare musica alternativa in modalità no stop. Una delle primissime radio a vedere la luce nel 1974 fu Radio Bologna.
Questa radio trasmetteva da una roulotte nelle campagne bolognesi, vicino alla casa di un contadino, il suo staff era costituito da un insieme di giovani e impiegati che armati di registratore vocale giravano per i quartieri o per i luoghi di lavoro e raccoglievano opinioni riguardanti temi di interesse generale. Radio Bologna ebbe un palinsesto molto versatile, venivano trasmessi non soltanto comizi politici o interviste ma anche reportage sulle ripercussioni che la crisi economica degli anni settanta aveva prodotto sulla vita delle famiglie e nelle fabbriche e ovviamente veniva trasmessa anche della buona musica, soprattutto jazz e classica. Radio Bologna in quegli anni accese una miccia destinata a diventare un grande focolaio in tutta Italia. Il 1° gennaio del 1975 iniziò a trasmettere Radio Parma, fu promossa da un imprenditore locale, il cavaliere Virginio Menozzi, e si caratterizzava per una programmazione molto generalista simile a quella Rai. Nel palinsesto erano presenti notiziari locali ma anche moltissime rubriche come ad esempio Dove andiamo stasera? che faceva il punto su tempo libero, mostre e spettacoli e per finire l’oroscopo e la politica con la trasmissione dei consigli comunali e provinciali di Parma.
Lo Spettatore
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