mercoledì 4 luglio 2012
Le radio libere in Europa, in Italia e l'esperienza di Radio Aut. Introduzione
Dopo la stampa, la radio per molto tempo è stata considerata il principale mezzo di comunicazione di massa. Nata grazie alle sperimentazioni effettuate da Guglielmo Marconi nel 1895, divenne un medium straordinariamente potente, capace di mettere in contatto, ben presto, persone a molti chilometri di distanza tra loro. In Italia ed in Europa, al contrario di quanto accade negli Stati Uniti, la radio cadde ben presto sotto la custodia statale che nei primi anni venti rese possibile la costituzione nel vecchio continente dei grandi monopoli destinati a lasciare il segno nello sviluppo del medium stesso. Negli anni trenta le potenzialità della radio vennero ampiamente comprese dai principali regimi dittatoriali che la trasformarono in mezzo di stato, con il quale costruire consenso e quindi fiducia nei confronti dell’opinione pubblica. In Europa però, già durante gli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale, si poté assistere allo sviluppo di diverse radio off-shore, ovvero antenne libere che trasmettevano su delle imbarcazioni situate nelle acque internazionali, a largo delle coste inglesi ed olandesi. Fu quindi grazie all’attività di queste radio che per la prima volta si metteva in discussione la solidità del monopolio nel sistema radiofonico inglese caratterizzato dalla presenza incontrastata, fino ad allora, della Bbc. In Italia, per attendere la nascita di antenne libere, se si esclude la presenza delle diverse stazioni locali che trasmettevano durante la guerra come ad esempio Radio Bari, si dovette attendere gli anni settanta quando cominciarono le trasmissioni diverse voci locali, ovviamente in maniera assolutamente illegale. Con la regolarizzazione delle “voci libere” per tutta la seconda metà degli anni settanta ed in particolare con la stagione del ’77 in Italia le radio indipendenti, sia quelle commerciali che quelle cosiddette di controinformazione dominarono la scena radiofonica di quegli anni. Nacquero in questo periodo antenne rimaste alla storia come, Radio Alice, Radio Radicale, Radio Onda Rossa e la più piccola Radio Aut. È di questa radio che alla fine del nostro percorso andremo a ragionare, una stazione gestita, come molto spesso accadeva, solamente da ragazzi che cercavano di denunciare i problemi sociali e politici di un paesino, Cinisi, nel quale i traffici e gli intrallazzi mafiosi erano all’ordine del giorno. Tra i protagonisti di questa radio e principale artefice della sua realizzazione ricordiamo Giuseppe Impastato, detto Peppino, forse il più sensibile alle tematiche raccontate dalla stazione e proprio per questo più duro nella denuncia e nella lotta contro l’omertà e la mafia di quegli anni tanto che alla fine questa vicenda si concluse tragicamente con l’uccisione di Peppino stesso.
Lo Spettatore
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