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giovedì 5 luglio 2012

La radio: dalle origine alle off-shore (parte prima)

Il medium radio nasce grazie all’ingegno di un celebre scienziato e industriale italiano che studiò da autodidatta la radiotelegrafia: Guglielmo Marconi. Quando egli realizzò il suo primo esperimento era un giovane di poco più di vent’ anni che si era appassionato agli studi e alle ricerche di Henrich Hertz sulle onde elettromagnetiche. Marconi fu il primo al mondo a pensare di impiegare le onde elettromagnetiche per la telegrafia senza fili ed il suo esperimento più importante, che prevedeva il
trasferimento da un generatore di onde elettriche ad un ricevitore situato ad una certa distanza (circa due chilometri), avvenne addirittura nel lontano 1895 nella sua villa di famiglia a Bologna. Inizialmente la radio era solo un sistema di telegrafia senza fili che inviava messaggi in codice Morse nell’etere, si trasformò in strumento di trasmissione del suono solo grazie alle ricerche dell’americano Fessenden nel 1906 . Nel 1897 Marconi si trasferì, per proseguire le sue sperimentazioni e non avendo trovato fortuna nel nostro paese, in Inghilterra dove nello stesso anno fondò la British Marconi Company . Negli anni successivi alla fine della prima guerra mondiale, Marconi proseguì incessantemente i suoi esperimenti e, dopo molti tentativi andati a vuoto, riuscì nel 1924 a mettere in contatto l’Inghilterra con l’Australia, trasmettendo per la prima volta, grazie al nuovo mezzo della radiofonia, la voce umana . In Italia nel 1924 nacque l’Unione Radiofonica Italiana, URI. Inizialmente i rapporti tra l’inventore della radio e Mussolini, andato al governo del paese nel 1922, erano sostanzialmente buoni, poi con il tempo si sarebbero raffreddati in virtù della diversità di vedute che i due avevano riguardo al modo di controllare e di utilizzare il nuovo mezzo. Guglielmo Marconi era sostenitore infatti di un utilizzo del mezzo radiofonico in stile statunitense, Mussolini invece avendo compreso subito le potenzialità del mezzo, voleva trasformarlo in medium di stato. Questa contrapposizione tra un sistema misto-privato sostenuto da Marconi, e quello monopolistico avviato invece dal governo di Mussolini, si era in realtà sviluppata già naturalmente e precisamente all’epoca della nascita del telegrafo. In particolare, negli Stati Uniti il telegrafo si era affermato con le ferrovie e da subito era stato gestito dai privati, in Europa invece lo sviluppo del telegrafo si era legato al sistema delle poste a sua volta controllato dagli apparati statali. Questa differenziazione che vede contrapposti un sistema privato e misto statunitense da un lato, e un struttura monopolistica pubblica europea dall’altro, condizionò quindi anche la gestione della neonata radiofonia . Lo Spettatore

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