segnala un sito

lunedì 30 maggio 2011

Cosa succede, cosa succede in città....

"Cosa succede, cosa succede in città [...], siamo noi, siamo noi quelli più stanchi, siamo noi, siamo noi che dobbiamo andare avanti"...non vi dice niente questo ritornello? Mah si, certo che lo conoscete...è la mitica canzone di Vasco Rossi che, dopo l'ultima tornata elettorale, si candida a diventare il nuovo jingle da cantare e ricantare nelle nostre istituzioni per tutto il centrodestra italiano. Alla fine, come abbiamo potuto vedere su tutti i Tg nazionali, l'improponibile, la catastrofe, l'apocalisse delle apocalissi è accaduta: Milano è Comunista e Napoli è diventata ostaggio del giudice giustizialista!!!Ammazza che mazzata Silvio...chi lo avrebbe mai detto!!
Ora, dopo questa giornata di festa per il centrosinistra che torna a battere il premier & Co dopo la batosta del 2008 e di grattacapi per il centrodestra che già si lecca le ferite, si attendono i commenti, le riflessioni e qualche exploit di qualche politicante dalla lingua lunga (vedere La Russa, Santanchè, Lupi, Casini etc..per intenderci). In realtà però, qualche primo commento nelle ore pomeridiane è già arrivato e addirittura anche qualche dimissione illustre. No amici miei, so a cosa state pensando....Silvio e l'Umberto rimangono là dove sono, nessun passo indietro non temete, fin quando la maggioranza in Parlamento tiene non c'è nulla di cui preoccuparsi, almeno per il momento. La dimissione illustre di cui stavo parlando è quella del convertito ex-comunista Sandro Bondi che, non essendosi sentito in colpa per la cattiva gestione di Pompei con la conseguente caduta della Domus dei gladiatori, ha pensato giustamente questa volta di farsi da parte nel partito e rimettere nelle mani del Premier la propria funzione di coordinatore del Pdl. Insomma, anche i fedelissimi come Bondi sembrano inziare a preparare la scialuppa di salvataggio, perchè qui le acque iniziano a farsi turbolente e la nave è si forte ma...non si sa mai. Sul fronte Pdl restano comunque commoventi le parole dell'On. Lupi ospite in collegamento questo pomeriggio al Tg3 che ha per la prima volta messo da parte l'orgoglio e dichiarato:"Va bene Bindi, se vuoi te lo dico...questa volta abbiamo perso". Che momento di alta televisione!!! Che simpatico che è stato Lupi, si proprio Lupi che aveva tra l'altro uno squardo felice e rilassato come quello di colui che ha appena ricevuto un bel calcio nel...vabbè ci siamo capiti; resta comunque il fatto che Lupi ha rilanciato l'azione del Governo e ha dichiarato che in questi ultimi due anni verranno portate a termine le riforme di Giustizia e Fisco, bravo Onorevole, siamo tutti con te!. Anche gli alleati della Lega con Maroni e Salvini sono stati molto sinceri:"Abbiamo preso una sberla" ha dichiarato il ministro dell'interno, "Il giudizio degli elettori è insindacabile" ha dichiarato l'europarlamentare. Come dire, fanno tutti i diplomatici ma secondo me sotto sotto al ritornello della canzone di Vasco ci hanno già pensato e comunque dovranno già da stasera iniziare a pensarci. Sul fronte delle opposizioni al Governo ma questa volta maggioranza nei consigli comunali invece uno solo è stato il grido dopo la vittoria di Pisapia a Milano e De Magistris a Napoli:"Berlusconi dimettiti!" Dopo questo accorato invito, due cose mi vengono da pensare:
1- Il centrosinistra ha forse imparato come si vincono le elezioni (uniti e con una coalizione di massimo tre partiti Pd, Sel ed Idv)
2- Il centrosinistra non ha ancora compreso che il buon Silvio un passo indietro non lo farà mai quindi è inutile tornare ad invocarlo proprio ora.
Non facciamo però troppo i bacchettoni, in fondo solo ieri sera, io e come me molti altri italiani avrebbero firmato per un risultato così. Una delle domande che mi sono comunque posto oggi, e con me se lo sarà chiesto forse mezza Italia, è questa:"Ma la vittoria del centrosinistra a Milano e Napoli è frutto del merito di Pisapia e De Magistris e di chi li sosteneva oppure semplicemente è la diretta conseguenza del demerito della Moratti, Silvio and Company?" Dove starà la verità? Non ditemi nel mezzo cari lettori altrimenti Fini, Casini e Rutelli sono pronti subito ad infilarsi nella questione, vi prego...Sicuramente queste elezioni un pò di cose le hanno dette, almeno secondo me:la politica della demonizzazione del nemico, della demagogia, dell'alimentazione della paura del diverso, dell'insulto, dell'arroganza ha per lo meno questa volta, inevitabilmente perso, così come (e questo vale per il centrosinistra) la strategia dell'autosostentamento del Pd di veltroniana memoria può essere tranquillamente depositata nel sacco degli indumenti da buttare. A questo punto bisogna solo attendere quello che le urne diranno il prossimo 13 Giugno a proposito dei quesiti referendari e se l'odore che si respira oggi verrà riconfermato, in quel giorno e solo quel giorno si potrà dire una frase sola:"Silvio Game Over".

Lo Spettatore

domenica 29 maggio 2011

Quando le parole hanno un peso....

Eccoci di nuovo qua cari amici lettori de Lo Spettatore, dopo ben tredici giorni di silenzio, dovuti a problemi ahimè di salute e di studio, torno a pubblicare un post...meno male, questa volta pensavo di rimetterci le penne!!! Mettendo da parte l'ironia però, in questo breve lasso di tempo in cui la mia voce non si è fatta sentire, mi sono come sempre informato, ho seguito i dibattiti in Tv dei nostri bei politici e soprattutto ho potuto ascoltare ancora una volta le parole inquietanti del nostro Premier. Lo so, non si dovrebbe parlare sempre e solo di lui ma vedete cari amici, risulta quasi impossibile non soffermarsi un attimo su quest'uomo e sulla sua squadra di sostenitori e adepti. Vedete, la cosa forse che più rattrista, per lo meno la mia persona, è vedere un milionario, arrogante e per giunta bugiardo, sostenuto da così tanta gente quasi ubriaca dalle sue parole e senza mai metterlo solo per un attimo in discussione.
Anche questa settimana il nostro presidente del Consiglio ha potuto dare il meglio di sè in occasione dell'ultimo G8 nel quale con grande serenità e senso delle Stato ha per l'ennesima volta attaccato di fronte al presidente degli Stati Uniti d'America, Barack Obama, la nostra magistratura. Certo, direte voi, dove sta la novità? In fondo ormai ogni giorno siamo abituati a vedere e sentire alla Tv e nei principali media i continui attacchi di Berlusconi ai nostri giudici...Beh, personalmente dico che avete ragione, ma se permettete, vedere i nostri giudici denigrati con accuse assurde e per giunta diffamanti della serie "Nel nostro paese siamo vittima della DITTATURA dei Magistrati di sinistra", se permettete non ci sto più. Con questa uscita fuori luogo, e ricordiamoci che non è la prima ma solo l'ultima di una interminabile serie, il Cavaliere ha causato un vero e proprio danno d'immagine al Paese che da qualche tempo a questa parte è conosciuto all'estero o per i continui problemi di natura politica-economica o per le vicende private legate al Dottor Berlusconi. Subito dopo l'uscita della notizia sulla sparata del Premier, l'Anm (Associazione Nazionale Magistrati) si è dichiarata non solamente dispiaciuta ma anche e soprattutto preoccupata per il meccanismo perverso che questo uomo sta mettendo in atto. Forse noi non ce ne rendiamo perfettamente conto ma sarebbe forse il caso di iniziare a ragionarci un pò su, rispetto a tutto ciò. Vogliamo iniziare tutti ad aprire gli occhi e capire che Berlusconi con il Pdl sta innescando un cortocircuito istituzionale senza precedenti? Ci rendiamo conto che siamo l'unico paese al mondo in cui il rappresentante del potere esecutivo si permette di deridere ed insultare quotidianamente e per giunta anche in sede internazionale il potere giudiziario? Forse, lo ripeto, non ne siamo perfettamente consci di questa assurda e spregiudicata battaglia intrapresa da Berslusconi ed i suoi, ma questa situazione, unita alla crisi economica passata e ad una ripresa che nel nostro paese stenta a decollare non potrà portarci molto lontano....Come se non bastasse poi, quando il Premier se ne esce con frasi così infelici, non viene mai smentito da nessuno; quando ne spara una delle sue, i giornalisti (che sempre lui ritiene essere tutti di sinistra), non vanno mai a controllare le dichiarazioni del giorno prima con quelle del giorno dopo, nessuno lo fa e così il risultato è che tutti in questo Paese possono dire di tutto per poi fare finta di niente il giorno dopo. A tale rigurado mi viene giusto in mente le ultime parole del premier in occasione delle elezioni amministrative a Milano; nella fase della campagna elettorale, convinto di vincere al primo turno, disse che il risultato elettorale del capoluogo lombardo aveva anche valenza nazionale, ora invece, che rischia di vedere passare la propria città natale nelle mani dell'estremista Pisapia, ha recentemente dichiarato che in ogni caso questo test è un test locale e che non influenzerà minimamente l'operato del Governo... Allora Cavalier Berlusconi, per lei le parole hanno o non hanno un peso? Riesce a capire che le sue uscite hanno una valenza diversa da quelle pronunciate o scritte da un altro cittadino italiano? Riesce a capire che lei ha delle responsabilità di governo? Ovviamente a queste domande non avrò mai nessuna risposta... nelle conferenze stampa Berlusconi continuerà a dire che tutto va bene, che il paese è in crescita, che le centrali nucleari nel nostro paese rappresentano il futuro, che Ruby è una povera ragazza che lui ha avuto il buon cuore di aiutare, che i magistrati ce l'hanno tutti con lui perchè sono tutti COMUNISTI, che Pisapia è un estremista (e Alemanno, Storace, La Russa degli agnellini), che la gente che vota a sinistra è scema, puzza, che la sinistra vuole il male della gente, che il Capo dello Stato comanda troppo e lui troppo poco, che il governo in questi due tre anni di legislatura ha fatto le riforme (quali non si sa) e via dicendo...Beh amici, non so cosa accadrà da qui a qualche hanno, quale prospettive di vita e di lavoro potremmo avere noi giovani italiani, quale futuro per noi e per i nostri figli, ammesso che le risorse economiche a nostra disposizione ci permetteranno di metterli al mondo; Non so, non posso rispondere alle mie angoscie e preoccupazioni, so solo una cosa però: un'Italia migliore di questa, rappresentata da gente di questo livello, è possibile e la si può cominicare a costruire da domani! Prendiamo coscenza dei nostri mezzi italiani, cerchiamo di costruire nel nostro piccolo, luoghi migliori per poter vivere, cerchiamo di essere più solidali gli uni con gli altri, proviamo a far emergere quel merito di cui la politica si riempie la bocca ma che non ha mai conosciuto e... forse chissà, tutto il caos attuale, tutte le sciatterie che vediamo ed ascoltiamo tutti i giorni resteranno solo un triste ricordo.....

Lo Spettatore

lunedì 16 maggio 2011

Elezioni amministrative: che stia cambiando il vento?

Manca veramente poco ormai alla pubblicazione dei risultati elettorali delle quattro città italiane impegnate ad eleggere le nuove amministrazioni comunali. Come avevamo in parte anticipato nella giornata di ieri, di scontato in questo turno elettorale ci si aspettava ben poco e così è stato; se a Torino e a Bologna la vittoria del centrosinistra non è mai stata messa in discussione, nelle città di Napoli ma soprattutto a Milano è successo inaspettatamente l'"inaudito".
Nel capoluogo campano infatti, nonostante il centrosinistra si presentasse praticamente spezzato in due liste, il centrodestra non è riuscito a spazzare via i tanto criticati rivali, segno evidente che forse i politicanti locali, sostenuti dai rispettivi partiti, non erano poi così tanto disprezzati come l'informazione ufficiale ci aveva più volte fatto credere...La notizia però che ha fatto più scalpore in tutta questa giornata di attesa è stata sicuramente la virtuale vittoria di Giuliano Pisapia a Milano; quello stesso Pisapia che non solo è riuscito a stravincere le primarie del centrosinistra non molto tempo fà, battendo in maniera netta il candidato a sindaco proposto dal Pd del capoluogo lombardo, ma ha pensato bene di infliggere una dura lezione al sindacao uscente Letizia Moratti. Certo, ci sarà da attendere il ballottaggio per sapere con certezza chi sarà il nuovo primo cittadino di Milano ma è indubbio che per il Pdl lombardo e Berlusconi, i risultati di oggi rappresentano un duro, anzi durissimo colpo da incassare. Nei giorni scorsi era stato lo stesso premier a ribadire l'importanza di questa consultazione elettorale dichiarando:"Siamo sicuri di poter vincere al primo turno. Essendo Milano, la capitale economica d’Italia, è un test molto importante per la politica nazionale. Contiamo che i milanesi diano un ottimo giudizio su cio’ che ha fatto il governo, che e’ riuscito in una specie di mission impossibile" Ed ancora sul rivale della Moratti si esprimeva così:"Ha tra gli alleati i centri sociali che sono ostello di numerosi personaggi violenti e facinorosi che hanno dato tristi prove anche in questa campagna elettorale.A Milano non c’è un’alternativa. La sinistra non ha idee e non ha programmi. Se vincesse, Milano cadrebbe di nuovo nel clientelismo del passato." Indubbiamente, queste sono state le dichiarazione di un leader di partito ben convinto di riuscire a portare a casa, ancora una volta, un importantissimo risultato in termini di consensi e per giunta nelle città che lo ha visto nascere e crescere sia come uomo d'affari che come politico...e allora, che cosa è accaduto? Quello meccanismo perverso si è innescato nella mente dei poveri milanesi? Beh cari amici, i motivi che hanno spinto gli elettori a dare fiducia (per il momento) a Pisapia restano, a me, e come me a molti altri, del tutto sconosciuti ma proviamo a ragionare su questo pesante e ricordiamo momentaneo successo del centrosinistra. Sicuramente una prima possibile spiegazione sull'accaduto la possiamo far risalire a ragioni di natura ciclica: oggi vinci tu, domani vinco io, se è tanto tempo che governi tu è anche probabile e plausibile che tocchi questa volta a me!...ma forse c'è di più. La campagna elettorale a favore della Moratti è stata obiettivamente un disastro; Berlusconi ormai tratta il suo elettorato come se fosse un insieme di marionette che ad ogni singola domanda rispondono in maniera sincronizzata e ovviamente tutti allo stesso modo, ovvero sempre e solo SI! Forse il premier anche quando non si trova davanti ai suoi sostenitori, immaginia comunque di esserlo e così, pensa anche che tutto il paese sia dalla sua parte...Evidentemente dopo il voto a Milano le cose non stanno esattamente così...Una seconda ragione che può spiegare questa momentanea disfatta può forse essere riconducibile alle esternazioni della Moratti su Pisapia (le chiamo esternazioni ma si dovrebbero chiamare insulti-calugne, insomma scegliete voi). A tale riguardo, addirittura anche un fedelissimo di Berlusconi come Giuliano Ferrara, questa sera a Radio Londra ha ammesso il comportamento scorretto della Moratti criticandola anche per non aver chiesto scusa al suo rivale politico.
Presidente se la criticano anche i suoi, un motivo ci sarà?!?!?
Una terza ragione, che forse è anche la più plausibile, può essere riconducibile al fatto che il programma di Pisapia è semplicemente migliore di quello della sua avversaria e chi i milanesi, stanchi di tante promesse e pochi fatti, hanno ben pensato di votare. Ah beh, dimenticavo... quest'ultimo punto non è sostenibile come tesi perchè chi vota a sinistra, come dice il Cavaliere non solo è un coglione e puzza ma vuole anche il male degli altri, quindi trovatemi voi qualcuno così diabolico da poter pensare di sostenere i "comunisti". Insomma, per un motivo o per l'altro, dalle mie parti si dice che le CHIACCHIERE STANNO A ZERO, e se il risultato di Milano doveva essere lo specchio dell'umore che si respira nell'intero paese, prima del voto, ora dopo questi risultati la situazione non può essere capovolta. Non vorrei insistere ma, a Milano, i milanesi credo abbiano dimostrato di averne le tasche piene del Pdl, Berlusconi, la Moratti e compagnia bella e forse, dopo anni di sbornia berlusconiana, sono giunti alla sacrosanta conclusione di voler cambiare aria. Ma sarà veramente così? Veramente Pisapia rappresenta il nuovo, la svolta, il dopo Berlusconi e Pdl a Milano? Ed i risultati della città lombarda porteranno delle ripercussioni anche nel governo? Ad oggi, non possiamo ancora rispondere a queste domande ma ad occhio e croce una cosa sembra evidente: il vento forse torna a soffiare da un'altra parte.

Lo Spettatore

domenica 15 maggio 2011

Tornano le amministrative: che la sfida abbia inizio!

Ci siamo gente, tra oggi e domani in 1300 comuni e 11 Province, i cittadini italiani saranno chiamati alla urne per eleggere le nuove classi dirigenti locali. Quattro sono le grandi città che dovranno nominare il nuovo consiglio comunale: Milano, Torino, Bologna e Napoli ed è proprio su questi grandi centri che vogliamo focalizzare la nostra attenzione.


MILANO: Nel capoluogo lombardo, ormai da anni roccaforte del centodestra, sono tre i candidati a sindaco: Letizia Moratti(primo cittadino uscente) sostenuta dal centrodestra locale, Giuliano Pisapia dal Pd e dai partiti del centrosinistra ed infine Manfredi Palmeri a capo di una coalizione costituita dall'Udc e Nuovo Polo per Milano. Chi vincerà la sfida? Beh, sembra scontato dire che a Milano, la città natale di Berlusconi, il centrodestra regni incontrastato ma, vedendo il clima surriscaldato degli ultimi giorni, forse potrebbero esserci novità. Sicuramente la sparata della Moratti durante il dibattito in Tv con Pisapia, accusando quest'ultimo di essere stato un estremista durante gli anni di piombo, non ha giovato a lei ed al suo partito; il Pdl lombardo infatti sembra essere piuttosto irritato dalla Moratti anche a causa della vicenda ormai nota con protagonista la casa del figlio Gabriele che potrebbe anche essere inscritto nel registro degli indagati per violazione edilizia. Tutto ciò potrebbe favorire il buon Pisapia che, sostenuto da Nichi Vendola e la sua Sinistra Ecologia e Libertà e dopo aver vinto le primarie del centrosinistra, conta di bissare il successo di qualche mese fà e vincere questa importante sfida. Bersani ha dichiarato che a Milano il Pd e gli alleati puntano ad andare al ballottaggio e se così fosse la terza lista di Palmeri potrebbe giocare un ruolo decisivo. A quel punto quali ordini arriveranno da "Roma Ladrona" per i centristi? tornare alla casa del padre oppure infliggere l'ennesima pugnalata a Silvio, Letizia & Co? Staremo a vedere... magari la situazione da noi descritta è solo fantapolitica ma, chi può dirlo? Beh, sicuramente solo i milanesi!! a voi quindi amici il compito di decretare la sentenza finale, pensateci bene e buon voto!!

TORINO: Anche a Torino, la prima storica e gloriosa capitale d'Italia, l'esito sembra essere già scritto: Piero Fassino sostenuto dal centrosinistra dovrebbe sfangarla al primo turno su Michele Coppola (centrodestra) e Alberto Musy (Udc-Terzo Polo). Dovrebbe..., perchè i piemontesi ci hanno insegnato che tutto è possibile in politica. In occasione delle ultime elezioni regionali infatti non solo la lista di Beppe Grillo ottenne un notevole successo (circa l'11% dei consensi) ma addirittura precluse a Mercedes Bresso (candidata Pd) la possibilità di vincere la sfida con il leghista Roberto Cota, attuale governatore della regione. Questa volta i grillini sembrano non esserci, o per lo meno, non voler ostacolare il pacato Fassino, meglio conosciuto dai più con il soprannome di Crisantemo. E' chiaro che, nel caso in cui dovesse vincere Coppola, sostenuto per giunta anche dalla Lega, nella città che fu di Cavour e per giunta proprio in concomitanza con i festeggiamenti per i centocinquanta anni d'Italia, bisognerebbe cominciare a farsi delle domande e giungere in fretta anche a delle conclusioni. Quello che possiamo dire agli amici torinesi è:"Ricordate il vostro passato e votate, come sempre, secondo coscienza".

BOLOGNA: In una delle città più rosse della storia nazionale la vittoria del centrosinistra, questa volta, potrebbe non essere così netta come molti pensano. Dopo il cosiddetto Cinziagate che è costato la poltrona al vecchio primo cittadino, Flavio Delbono, si presentano tre liste che promettono battaglia: Manes Bernardini sostenuta da Pdl e Lega, Virginio Merola per il centrosinistra ed infine la new entry Massimo Bugani per il Movimento a cinque stelle. Sarà, molto probabilmente, sul tema della questione morale che i grillini daranno (giustamente) battaglia alle altre due liste. Anche qui, come accadde alla regione piemonte qualche tempo fa, potrebbero essere molti a rimanere a bocca aperta una volta scrutinati tutti i seggi.

NAPOLI: La città di Napoli merita invece un capitolo a parte. Dopo dieci anni di amministrazione Iervolino infatti i napoletani avranno, indipendentemente dai nomi, un nuovo primo cittadino. In questi anni il capoluogo campano, e più in generale la regione tutta, è stata al centro delle cronache nazionali in più di un'occasione: il tema principale che ha portato alla ribalta la città è stato ed è tuttora ovviamente quello dei rifiuti, delle discariche e dei termovalorizzatori, poi quello dello stabilimento Fiat di Pomigliano d'arco, le continue accuse sulla malasanità e via dicendo. L'arrivo a Napoli di Berlusconi qualche anno fa sembrò provvidenziale; in un batter d'occhio infatti scomparvero rifiuti nelle strade e con loro anche la puzza che emanavano. Tutto questo però successe solo nell'immediato perchè poi, come tutti noi possiamo constatare da Internet, tv, radio e stampa, il problema è rimasto e le immagini di abbandono di una città importante come quella partenopea sono purtroppo tornate di attualità, segno evidente che nemmeno la formula magica del "Ghe pense mi" ha funzionato. A darsi battaglia questa volta a Napoli saranno Gianni Lettieri sostenuto da una coalizione di centrodestra, Mario Marcone sostenuto come Pisapia a Milano da Sel, Pd e centrosinistra ed infine, per la serie "a volte ritornano" il buon Clemente Mastella che, stanco di fare il tifoso del Napoli da Simona Ventura la Domenica pomeriggio e non contento del lauto stipendio che riceve come parlamentare europeo, ha deciso di riscendere in campo per la "sua" città. Stando a quanto dichiarato dal presidente del Consiglio a Napoli il centrodestra dovrebbe vincere a mani basse ma, anche qui, le sorprese possono essere dietro l'angolo anche se una vittoria di Lettieri non dovrebbe scandalizzare nessuno. In ogni modo, prima di chiudere questo mio intervento, mi sento di fare un piccolo appello ai napoletani. Certo, c'è da dire che se fossi in un cittadino partenopeo la scelta di non andare a votare forse sarebbe la più opportuna.... In questi ultimi anni Napoli è stata derisa da tutta la nazione e ancora prima da tutta Europa e credo sia forte ed anche giusta la tentazione per i cittadini di questa città di rimanere a casa e non esprimere la propria opinione. Beh, cari amici partenopei non fatelo!! Non solo dovete votare ma dovete anche essere sempre in prima linea per la difesa della vostra città, voi in fondo siete conterranei di personalità del calibro di Totò, Peppino, Troisi, del presidente della Repubblica Napolitano solo per citarne alcuni, tutta gente questa che porta in alto il nome della vostra città; dovete essere orgogliosi di essere campani e napoletani e la rinascita di Napoli non può che partire da voi! Votate quindi, e votate bene!! Sappiate solo però che la bacchetta magica nel nostro paese non la possiede nessuno e soltanto cambiando i comportamenti individuali di ognuno di noi sarà possibile, per la nostra nazione e quindi anche per Napoli, sperare in futuro migliore. Coraggio Napoletani!!! So che non siete come vi descrivono in televisione, e questa può essere un'ottima occasione per dimostrarlo!

Ok ora basta però, non mi resta che augurare a tutti gli amici interessati un "buon voto" e che, come si dice in questi, casi:" Vinca(speriamo)il migliore"

Lo Spettatore

martedì 10 maggio 2011

Ciao Peppino, le tue idee non moriranno mai!

Sono già trascorsi trentatrè anni da quel maledetto 9 Maggio 1978. Fu proprio durante quella giornata, ricordata da molti come la più "buia" in assoluto per la storia repubblicana, che in via Caetani, vicino a via Delle Botteghe Oscure (dove era situata la sede del Pci) venne ritrovato, a bordo di una Renault 4 rossa, il corpo senza vita dell'Onorevole Aldo Moro, leader democristiano, assassinato come il peggiore dei cani dalle Brigate Rosse. Quel giorno viene ricordato oggi soprattutto per questo accadimento, un ritrovamento quello di Moro, che rappresentava agli occhi dei più, come il momento più drammatico e tragico degli "anni di piombo" segnati inevitabilmente dalla lotta dello Stato contro il terrorismo rosso e nero.
Tutti ricordano le immagini del cadavere dello statista democristiano trasmesse e ritrasmesse dalla televisione, la voce di Bruno Vespa, all'epoca redatorre del Tg1, rotta dall'emozione, le polemiche che seguirono nei mesi successivi tra le forze politiche per come era stata gestita la trattativa dello Stato con le Br. Insomma, da quel momento in poi il 9 Maggio per tutti gli anni a seguire sarebbe stato ricordato come la "La notte della Repubblica" per citare un film famoso, segnato inesorabilmente dalla fine tragica dell'uomo politico che forse avrebbe potuto cambiare il corso della storia della ormai sepolta "prima Repubblica". Tutti in Italia ricordano questa storia, pochi invece ne conosco un'altra, altrettanto drammatica, altrettanto importante e che, proprio perchè si concluse tragicamente lo stesso giorno del ritrovamento del corpo dell'On. Moro, per molto tempo è rimasta nella penombra, anzi nell'anonimato. La storia che in questo mio piccolo spazio voglio ricordare è quella di Giuseppe Impastato, detto Peppino dagli amici e da chi lo ha potuto conoscere di persona, giovane "giornalista" assasinato la sera del 9 Maggio 1978 dalla Mafia del suo paese, Cinisi, piccolo centro della provincia di Palermo. Ci tengo a ricordare Peppino sostanzialmente per due motivi: il primo perchè con la sua attività di speaker radiofonico, con le sue proteste, con le sue lotte di partito è riuscito a mettere in luce una realtà sciagurata di cui tutti nel suo paese conoscevano l'esistenza ma per l'omertà e la paura, che in questi casi regna sovrana, nessuno era in grado o poteva denunciare; ed il secondo motivo è perchè per me Peppino è un pò un mio collega; anche lui era un ragazzo come me, anche lui utilizzava un medium come me per esprimere e denunciare ciò che vedeva non corretto o giusto intorno a lui; certo, la radio non può essere paragonata ad un blog ma lasciatemi pensare che in fondo tra questi due mezzi di comunicazione non c'è poi questa grande differenza. La vicenda di Peppino è una di quelle storie molto particolari che hanno uno sviluppo locale ma che poi inevitabilmente assumono per forza di cose anche una risonanza ed un valore di carattere nazionale. Prima però di andare avanti vorrei brevemente ricordare la sua storia, per chi (come me fino a qualche anno fa) non la conoscesse. Peppino era figlio di Luigi e Felicia Impastato, aveva un fratello più piccolo, Giovanni, e fin dalla sua nascita la sua famiglia era ben inserita negli ambienti mafiosi locali. Fu da ragazzo che si avvicinò alla politica e al giornalismo, con un gruppo di amici fondò un giornale locale dal titolo "L'Idea Socialista" e da lì a qualche anno diede vita anche ad un circolo culturale. La svolta però del suo impegno politico e civico arrivò nel 1977 quando insieme ai suoi amici più stretti fondò "Radio Aut", una radio locale dalla quale denunciava gli affari sporchi della Mafia locale, guidata dall'allora boss, Tano Badalamenti. Peppino era una spina nel fianco per la cosca mafiosa locale, alla radio dedicava trasmissioni intere al tema della mafia, denunciandola ma anche e soprattutto deridendola grazie alla rubrica "la Cretina Commedia" ma, alla fine della storia, fu proprio questo suo grande impegno politico a costargli la vita.
La sera del 9 Maggio 1978 infatti, un gruppo di sicari locali, mandati da Tano Badalamenti, prelevò Peppino dalla sua macchina, lo picchiò a sangue ed infine decise di farlo saltare in aria con decine di chili di tritolo nei pressi della stazione ferroviaria locale. Tutto ciò avveniva proprio a qualche settimana di distanza dalle elezioni comunali per le quali il giovane Impastato si era candidato nella lista di Democrazia Proletaria, con l'obiettivo di controllare "Mafiopoli", come lui definiva spesso Cinisi, dall'alto. Dopo il ritrovamento di ciò che rimaneva del suo corpo, la polizia archiviò il caso dichiarando semplicemente che Peppino si era suicidato; fu questa la versione ufficiale fino a qualche anno fa, quando grazie all'opera del fratello Giovanni, il caso venne riaperto e venne riconosciuta la piena colpevolezza di don Tano. Beh, la storia di Peppino a mio avviso può insegnarci molto: per prima cosa, secondo me, ci insegna ad andare in fondo alle questioni anche se poi questo significa pagare un prezzo molto alto. Peppino non solo era visto probabilmente di cattivo occhio dalla maggioranza della popolazione locale ma, assumendosi un impegno di questo livello, quello della denuncia sociale, aveva anche dovuto interrempore i rapporti con il proprio padre e lasciare la sua casa famigliare, come un terrorista, un appestato. Indipendentemente da questo però, la sua opera con Radio Aut resta grandissima, la sua denuncia, la sua tenacia, la sua voglia di cambiare e migliorare la sua terra, la Sicilia, resta un punto di riferimento indelebile per tutti i movimenti che si battono giorno per giorno contro le mafie, diffuse purtroppo su tutto il nostro territorio nazionale, nessuna regione esclusa! Per tutto il tuo impegno Peppino, per averci insegnato a non mollare mai, per averci fatto capire quanto importante siano le parole libertà, giustizia, legalità, impegno civico, per averci fornito un esempio straordinario di denuncia a tutte le criminalità organizzate locali, io mi sento di dirti GRAZIE e ricordati con lo slogan che tantissimi ragazzi e ragazze cantarono ai tuoi funerali:"Peppino è vivo e lotta insieme a noi, le nostre idee non moriranno, MAI!".
Lo Spettatore

domenica 8 maggio 2011

Il mea culpa di Bossi

INCREDIBILE!!, stamani guardando in giro per il web e ascoltando un pò di radio, sono venuto a conoscenza della notizia politica più sensazionale degli ultimi 14 anni: Bossi ha chiesto scusa a Napolitano!!! Finalmente il Senateur dopo gaffe su gaffe, dita medie alzate e slogan contro Roma ed i romani, si è fermato un attimo, ha ragionato, ed è finalmente giunto alla conclusione che il sugerimento del Presidente della Repubblica riguardo alla questione delle nuove nomine dei sottosegretari di governo era più che motivato.
Ecco cosa aveva dichiarato il Presidente della Repubblica:"Sono entrati a far parte del governo esponenti di gruppi parlamentari diversi rispetto alle componenti della coalizione che si è presentata alle elezioni politiche quindi, spetta ai presidenti delle camere e al presidente del Consiglio valutare le modalità con le quali investire il parlamento delle novità intervenute nella maggioranza che sostiene il governo". Tradotto in altri termini:"E' cambiata la maggioranza, serve che il parlamento dia una nuova fiducia al governo".
Ma prima di addentrarci meglio sulla questione e soffermarci sul leader del Carroccio e sul mea culpa reso pubblico in queste ultime ore, cerchiamo di fare un rapido riassunto su cosa è successo negli ultimi mesi tra i banchi del governo. Tutto è cominciato con la diffusione online di un video in cui il presidente della Camera, l'On. Gianfranco Fini, dichiarava a bassa voce (ma a microfono acceso):"Berlusconi purtroppo confonde la leadership con la monarchia assoluta". Di lì a poco successe il Fini-mondo: il presidente della Camera venne cacciato dal Pdl e costituì con i suoi più fedeli collaboratori (Bocchino, Della Vedova, Granata & co.) il nuovo soggetto politico Futuro e libertà per l'Italia, in Dicembre venne proposto un voto di sfiducia al governo che, grazie alla diaspora di alcuni parlamentari delle opposizioni, riusì a sopravvivere; nel frattempo, il Fli passava all'opposizione e scoppiava la crisi in NordAfrica ed infine anche il Rubygate. Nel bel mezzo però di questo cataclisma, il governo, nel bene o nel male, è riuscito ad andare avanti fino a giungere a qualche settimana fà durante la quale siamo arrivati alla nomina di due nuovi ministri e sette-otto sottosegretari. Che mesi che sono stati! Abbiamo visto di tutto: giornalisti super impegnati per seguire le vicende interne della maggioranza, parlamentari amici di vecchia data litigare per essere passati dall'opposizione alla maggioranza e viceversa, il povero Berlusconi preda dei "pm di sinistra" (come li chiama lui), la povera Ruby insultata nelle discoteche di tutta Italia....Si lo so, sono stati mesi difficili e tutto sembrava essersi risolto con la costituzione del gruppo dei "Responsabili" alla camera che, di fatto, davano nuova linfa al governo con la conseguente nomina dei nuovi ministri e sottosegretari. In virtù di ciò quindi Napolitano, osservando come si è evoluta la situazione, è giustamente intervenuto pubblicamente per ricordare alla nostra classe dirigente come funzionano "le regole del gioco" e siamo così giunti alla dichiarazione riportata qualche riga sopra. Ovviamente la nuova maggioranza, forte e compatta come si ritrova ora ha risposto picche a Napolitano affermando che nei mesi scorsi ci sono stati più volte voti di fiducia e che evidentemente non c'è alcun motivo per il quale se ne dovrebbe porre un'altra in questi giorni, dimenticando quindi che a Dicembre il governo si era salvato per soli tre voti!Nel club di coloro che avevano respinto la proposta del Presidente Napolitano ovviamente non poteva non mancare il Senateur da sempre fedele alleato del premier....
Ma, indipendentemente dal richiamo di Napolitano, tutto sembrava andare per il meglio quando ecco che ricompare il leader leghista che dichiara:"Diciamo che, riflettendoci sopra, devo chiedere scusa al presidene Napolitano sulla faccenda dei sottosegretari, perchè ha ragione". "OH-MIO-DIO, mi sono detto, questo è sicuramente uno scoop giornalistico, darò le notizie sul mio blog" Perchè le notizie e non la notizia, direte voi? Beh, è semplice da capire: la prima notizia è che di tanto in tanto anche Bossi ragiona, la seconda è che dopo circa vent'anni ha ammesso che di tanto in tanto le spara anche delle belle. Peccato però!!, perchè ora dopo questa mossa, potrebbe tornare qualche tensione tra Bossi e Berlusconi, proprio adesso che avevano anche risolto la questione della crisi libica. Che peccato! e d'ora in avanti, dopo che il leader del Carroccio ha capito come si ragiona, che cosa dovremmo aspettarci da lui, che dichiari che la Padania è una sua invenzione e che in realtà non esiste un posto così? Che il federalismo fiscale per come lo vuole lui ed il suo partito giova solo alle regioni più ricche e penalizza le più povere? Che si scusa anche per aver detto di pulirsi il sedere con il tricolore? Che festeggi d'ora in avanti i 150 anni del nostro paese e che il prossimo anno sostenga la Nazionale per gli Europei di calcio? Oh Signore, non voglio nemmeno pensarci, sarebbe veramente un cataclisma!!!. Cosa direbbe di tutto ciò la gente del Nord, Bogrhezio e il giovane figlio Renzo Bossi detto il Trota?
Non solo, con questa sparata, ne sono sicuro: nelle prossime ore mi litigherà nuovamente con Berlsuconi!! Mannaggia Senateur!! proprio ora che aveva imparato a ragionare!!...ed intanto però i bei tempi nei quali lei, Berlusconi, Fini e Casini cantavate in coro "Chi non salta Comunista è".....sembrano solo un lontano ricordo.

Lo Spettatore

giovedì 5 maggio 2011

Chi è Lukašenko?

Che i politici non sono più quelli di un tempo lo sapevamo da un pezzo, che sono molto più ignoranti di quanto noi potessimo pensare anche, così, in realtà, quanto accaduto durante l'ultima puntata di Ballarò non dovrebbe scandalizzarci più di tanto. Cosa è successo? Beh, il nostro ministro della difesa, l'onorevole Ignazio La Russa, ha dato ancora una volta spettacolo, facendosi beccare "in flagranza di reato" dal conduttore della fortunata trasmissione di Rai Tre, Giovanni Floris.
Durante il dibbatito in studio infatti, proprio nel momento in cui la parola spettava all'On. La Russa, questi si è fatto trovare impegnato in una conversazione con il suo collaboratore (un portaborse, ruffiano e sottopagato? Chissà...) il quale lo informava su chi fosse Aleksandr Lukašenko, il presidente della Repubblica bielorusso. Ma La Russa dico io, ma come si fa? Eppure solo qualche anno fa, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, parlando di Lukašenko disse:"Mi congratulo con lui per aver ottenuto oltre l'80%! dei consensi durante le elezioni presidenziali del 2006", non considerando il fatto però che dalle parti di Minsk qualsiasi suo oppositore in un modo o nell'altro viene sempre messo a tacere.... E allora ministro, mi domando io:"Ppossibile che Lei non conosce una persona così importante e che gode della profonda stima del suo presidente di partito e del consiglio?" Male ministro, proprio male....In fondo però La Russa non è nuovo a exploit del genere; non contento infatti di aver mandato letteralmente a quel paese il presidente della Camera Fini e aver preso a pedate un giornalista inviato della trasmissione Annozero di Santoro, facendo passare poi il poveretto per l'aggressore, ha voluto regalarci anche quest'ultima chicca. E noi, poveri spettatori della tv e della politica, che cosa possiamo o dobbiamo fare di fronte a questo spettacolo? Beh, sicuramente la prima cosa da fare è ringraziare La Russa per la profonda dose di autostima che di tanto in tanto ci inietta (della serie se uno così è ministro, ce la posso fare anch'io); ed in secondo luogo tutto questo scempio dovrebbe farci riflettere e domandare:"E' possibile costruire un'Italia migliore di questa?"" Io personalmente penso proprio di si, per gli italiani invece, e questo è il dramma, forse questa è già l'Italia migliore... manon facciamo troppe polemiche e restiamo fiduciosi!!....intanto però, come ricorda Battiato in una sua celebre canzone, "La primavera tarda ad arrivare".
Lo Spettatore

mercoledì 4 maggio 2011

Goodbye Osama!!

"Il mondo è un posto migliore e più sicuro senza di lui", sono state queste le parole utilizzate dal presidente degli Stati Uniti d'America, Barack Obama, per
dare la notizia al mondo intero dell'uccisione dell'acerrimo nemico dell'Occidente, Osama Bin Laden.
"Lo sceicco del Terrore", così è stato ribattezzato dai media nazionali, ha trovato la morte in Pakistan a seguito di una irruzione lampo nella propria abitazione da parte delle forze speciali americane. Che dire, come dare torto al presidente americano? Certamente, il mondo senza Bin Laden è un posto migliore dove vivere, non solo; la cattura del numero uno di Al Qaeda ha così giustificato definitivamente i dieci anni spesi in Afghanistan dalle truppe Usa e Nato e quindi ha reso giustizia anche alle migliaia di famiglie che hanno visto perdere sul fronte arabo i propri figli. La domanda però che sorge spntanea per me è:"Ma ne è valsa veramente la pena?" Sicuramente essere riusciti a fermare il numero uno di una organizzazione terroristica internazionale è un merito che non può che essere ricondotto alla tenacia americana ma, cosa comporterà questa uccisione? Credo che le parole di Obama possano essere condivisibili solo a metà, non c'è dubbio che il mondo è un posto migliore dopo la morte di Bin Laden ma non possiamo essere così sicuri che si possa dire altrettanto sul lato della sicurezza mondiale. Al Qaeda infatti, secondo quanto riportato dai principali network internazionali, si sarebbe già riorganizzata e starebbe progettando da qui ai prossimi anni tutta una serie di attentati volti a colpire quella parte del mondo considerata "infedele". Non c'è molto da stupirsi di questo atteggiamento da parte dei fedeli di Bin Laden perchè questo repentino riassestamento della organizzazione assume la stessa dinamica che si verifica all'interno di una associazione mafiosa, una volta che viene arrestato o giustiziato il boss; rispettando il famoso detto "The show must go on" i capimafia riunendosi in gran segreto, rinominano un nuovo leader, così come avviene in qualsiasi altro tipo di associazione: dal consiglio di amministrazione di una grande società fino a giungere appunto ad Al Qaeda. Indipendentemente da questo però, nella partita tra mondo occidentale ed estremismo islamico, i Nostri, e su questo non c'è nulla da eccepire, hanno segnato il goal del pareggio (dopo i fatti dell'11 settembre 2001) anche se credo che purtroppo la partita sia solo giunta alla fine del primo tempo. Aver comunque catturato ed ucciso il famoso Bin Laden, lo ribadiamo, è stato un vero successo, specie se si considera il fatto che, togliendo lo sbarco ad Anzio durante la seconda guerra mondiale, gli americani quando si sono mossi le hanno prese spesso e volentieri (vedere il Vietnam e Corea su tutti per intenderci), a questo punto però potremmo sollevare critiche per cui è meglio andare oltre...Che dire, non sapendo cosa accadrà negli anni prossimi venturi, cosa ne sarà della missione di "pace" in Afghanistan, quante sciagure (speriamo ben poche) dovremmo ancora vedere, l'unica frase che mi sento di scrivere e pronunciare è.....Goodbye Osama!!! :) :)

domenica 1 maggio 2011

Evviva il 1°Maggio

Vorrei parlare del 1°Maggio come giorno di festa per tutti i lavoratori incominciando con la pubblicazione dei due articoli della nostra Costituzione che, forse meglio di altri, riconoscono l'importanza del lavoro come diritto e dovere di ogni cittadino italiano. Ecco cosa recitano gli articoli 1 e 4 del nostro testo costituzionale:

1-L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.


2-La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.



E' semplicemente straordinario pensare all'importanza che i nostri padri costituenti diedero al lavoro, quel lavoro posto alla base di un nuovo stato, quello repubblicano, che avrebbe potuto permettere ad ogni singolo cittadino italiano di poter vivere una vita dignitosa, libera e serena e che nulla avrebbe mai pià avuto a che vedere con la passata esperienza dittatoriale. Dalla promulgazione della Costituzione, nel Gennaio del 1948, sono passati ben 63 anni ma, fermandosi a riflettere un attimo, sembra quasi che di anni ne siano trascorsi più di qualche centinaio. Ma veramente oggi il nostro Paese promuove condizioni favorevoli per poter lavorare? Veramente l'Italia è un paese democratico fondato sul LAVORO? Provo più volte ogni giorno a rispondere a queste domande e malinconicamente la risposta sembra per me essere una ed una sola...semplicemente no! In più di sessant'anni di storia repubblicana siamo riusciti a trasformare il nostro paese in una sorta di mostro sciagurato che nemmeno in minima parte può essere paragonato all'ideale di società disegnato dai nostri padri costituenti durante i lavori del '46. Che cosa siamo diventati? Che cosa è diventato oggi il mondo del lavoro? Nel corso degli anni, il contributo dato dalle migliaia di lavoratori e lavoratrici alla causa italiana è stato sempre straordinario; non sono stati forse migliai di lavoratori e lavoratrici a difendere, imbracciando fucili, la nostra amata patria per cacciare dai nostri territori l'invasore tedesco? E non sono stati forse loro a difendere le fabbriche al nord quando durante la ritirata i tedeschi erano pronti a far saltare in aria tutto quanto? Non sono stati forse i migliaia di lavoratori e lavoratrici a rimboccarsi le maniche subito dopo la fine del secondo conflitto mondiale e gettare quindi le basi per una rinascita economica che si sarebbe sviluppata di lì a qualche anno? Forse oggi la politica si è dimenticata di tutto ciò, si è dimenticata che cosa significhi per un essere umano godere di un salario o stipendio che sia, che cosa significhi poter essere libero, poter soddisfare le proprie ambizioni, interessi ed ideali. Se forse ogni tanto la nostra classe dirigente si interrogasse e pensasse a tutto ciò, forse non esisterebbe il precariato, forse i contratti di lavoro co.co.pro non esisterebbero affatto e forse per un giovane studente universitario come me sarebbe molto più facile passare dallo studio al mondo del lavoro. Vogliamo poi forse parlare delle condizioni di lavoro disumane offerte ad un lavoratore extracomunitario, alle umilianti condizioni con le quali è costretto a rapportarsi ogni giorno un operaio FIAT oppure al modo in cui vengono trattati gli stagisti nelle aziende o alle morti bianche (ogni anno tantissime)o ancora a come viene trovato lavoro a figli e parenti di...? Nonostante tutto però il 1°Maggio per fortuna continua ad esistere e fin quando ci sarà questa grande giornata di festa, per la quale si è battuta gente del calibro di Di Vittorio, Buozzi e molti altri ancora, significherà che il mondo del lavoro è vivo, e non solo è vivo ma lotta, è unito e difende i propri diritti per rendere questo paese meno ingiusto e più solidale rispetto a quello che purtroppo è diventato nel corso degli ultimi anni.
Viva il 1°Maggio, viva i lavoratori, viva la Costituzione!!

Lo spettatore

Finalmente Beato!!

"Non abbiate paura, aprite, anzi spalancate le porte a Cristo, alla sua salvatrice potestà, aprite i confini degli stati, i sistemi economici come quelli politici...".
Fu con queste parole che in quella mattina di domenica 22 Ottobre 1978 il nuovo Papa, Giovanni Paolo II, al secolo Karol Wojtyla, si presentava ai fedeli, e contemporaneamente presentava al mondo quella che sarebbe stata la sua dottrina cristiana. All'ora nessuno poteva immaginare la forza di quella persona, delle sue parole, dei suoi gesti; nessuno avrebbe mai potuto immaginare che nell'arco di poco più di dieci anni, quei confini economici e politici, di cui il papa polacco parlò durante il suo primo discorso ufficiale, sarebbero mutati per sempre. Ma al di là di ciò, Giovanni Paolo II è stato anche il papa dei viaggi, della sofferenza, dei giovani (con l'organizzazione delle sue giornate della gioventù), e soprattutto della pace. Durante il suo lungo pontificato, durato quasi ventisette anni, ha saputo affrontare e spesso vincere le sfide più dure: ha mostrato al mondo la sua sofferenza e la malattia ma allo stesso tempo anche la sua ostinazione e grinta nel combatterle, ha cercato e trovato un dialogo con i giovani continuo, ha saputo ridare dignità alla sua terra natale martoriata dalle due dittature più crudeli di tutta la storia dell'umanità ed infine, in quei tragici giorni di aprile di sei anni fa, ha saputo insegnare al mondo intero come si lascia questa bellissima avventura che è la vita con grande serenità e coraggio. E' stato sicuramente per questo e per molto altro ancora che durante i funerali solenni celebrati a San Pietro nell'aprile del 2005, schiere e schiere di persone invocarono la sua immediata santificazione al grido di "Santo Subito!!". Finalmente oggi, il grande giorno è arrivato e quel "papa chiamato da un paese lontano" è stato giustamente proclamato Beato, primo passo questo per la definitiva e meritata canonizzazione. Come lo si vuol chiamare un uomo di tale spessore se non Beato-Santo? Spero che dopo la lettura di queste quattro righe scritte da un neoblogger come me, io non passi per un fanatico o per un papaboy perchè nella vita sono veramente tutt'altro, resta il fatto però che ritengo giusto dover ricordare una figura di tale levatura che ha segnato inevitabilmente gli ultimi trenta anni del Novecento.

Lo Spettatore