"Non abbiate paura, aprite, anzi spalancate le porte a Cristo, alla sua salvatrice potestà, aprite i confini degli stati, i sistemi economici come quelli politici...". Fu con queste parole che in quella mattina di domenica 22 Ottobre 1978 il nuovo Papa, Giovanni Paolo II, al secolo Karol Wojtyla, si presentava ai fedeli, e contemporaneamente presentava al mondo quella che sarebbe stata la sua dottrina cristiana. All'ora nessuno poteva immaginare la forza di quella persona, delle sue parole, dei suoi gesti; nessuno avrebbe mai potuto immaginare che nell'arco di poco più di dieci anni, quei confini economici e politici, di cui il papa polacco parlò durante il suo primo discorso ufficiale, sarebbero mutati per sempre. Ma al di là di ciò, Giovanni Paolo II è stato anche il papa dei viaggi, della sofferenza, dei giovani (con l'organizzazione delle sue giornate della gioventù), e soprattutto della pace. Durante il suo lungo pontificato, durato quasi ventisette anni, ha saputo affrontare e spesso vincere le sfide più dure: ha mostrato al mondo la sua sofferenza e la malattia ma allo stesso tempo anche la sua ostinazione e grinta nel combatterle, ha cercato e trovato un dialogo con i giovani continuo, ha saputo ridare dignità alla sua terra natale martoriata dalle due dittature più crudeli di tutta la storia dell'umanità ed infine, in quei tragici giorni di aprile di sei anni fa, ha saputo insegnare al mondo intero come si lascia questa bellissima avventura che è la vita con grande serenità e coraggio. E' stato sicuramente per questo e per molto altro ancora che durante i funerali solenni celebrati a San Pietro nell'aprile del 2005, schiere e schiere di persone invocarono la sua immediata santificazione al grido di "Santo Subito!!". Finalmente oggi, il grande giorno è arrivato e quel "papa chiamato da un paese lontano" è stato giustamente proclamato Beato, primo passo questo per la definitiva e meritata canonizzazione. Come lo si vuol chiamare un uomo di tale spessore se non Beato-Santo? Spero che dopo la lettura di queste quattro righe scritte da un neoblogger come me, io non passi per un fanatico o per un papaboy perchè nella vita sono veramente tutt'altro, resta il fatto però che ritengo giusto dover ricordare una figura di tale levatura che ha segnato inevitabilmente gli ultimi trenta anni del Novecento.
Lo Spettatore
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